#ESSERIUMANI

Anni fa mi ero persa in un mondo che non esiste. Come tanti. Era il 2008.
Quel mondo si chiamava, e si chiama, Second Life, e per un pò fu la novità del momento. Tutti ne parlavano. Così mi sono messa davanti al computer e ci sono entrata. All'inizio ho dovuto crearmi un'identità. L'operazione era abbastanza complicata. Dovevo decidere innanzitutto se ero maschio o femmina e poi scegliermi un corpo, assemblandomi. Dovevo insomma diventare una persona, per quanto virtuale. "Persona", in latino, significa "maschera" ed è termine attinente al teatro. Già nella vita reale, tutti, ogni giorno, recitiamo un ruolo. Su Second Life quel ruolo me lo sono creata in circa un'ora. Una volta stabilita la mia identità e la mia fisionomia, in quel mondo dovevo iniziare a viverci. Uno dei grandi vantaggi era dato dall'assenza delle normali attività fisiologiche.  Essendo un mondo virtuale, non era necessario mangiare, dormire, lavarsi e svolgere altre attività a cui quotidianamente tutti dobbiamo sottoporci per le regole, dettate dalla biologia, a cui siamo sottoposti. Ma era anche bello il fatto che, nella virtualità, non solo la biologia fosse messa sotto scacco, ma anche la fisica.
Su Second Life infatti si può volare e teletrasportarsi da un posto all'altro. Il fatto di volare mi intrigava parecchio. Ho provato subito a farlo. Pensavo fosse un'esperienza emozionante. Invece, ne rimasi subito delusa. Il fatto che non fosse reale aveva un certo peso. Anche il teletrasporto non era granchè. Potevo fare tantissime cose con estrema facilità. Anche quelle che nella vita reale si possono desiderare ma poi realizzarle è molto impegnativo, oppure improbabile se non impossibile.
Ad esempio decidere di trasferirmi in una bellissima isola dove vivere senza lavorare e godere soltanto del sole e del mare. Così per qualche mese, ogni giorno, entravo in quel mondo e cercavo di ambientarmi.
Mentre qualche altro milione di persone in tutto il mondo lo facevano insieme a me. In breve divenne una imprescindibile irrealtà. Grossi gruppi musicali iniziarono a tenere i loro concerti, aziende multinazionali aprivano uffici. Un noto politico italiano decise di tenere lì un comizio.
Come nel mondo reale, anche in quel mondo virtuale a un certo punto entrava in gioco una "cosa" che si chiama "soldi". Ho messo tra virgolette sia la parola "cosa" che la parola "soldi" per evidenziarne il paradosso della virtualità. Una cosa virtuale è una cosa? Dei soldi virtuali sono dei soldi? La risposta, ovvia, è sì: virtualmente.
Ma torno alla mia esperienza su Second Life. Ho girato per un pò, ho visto un paio di concerti, ho conosciuto un pò di persone. E poi ho visto delle mostre d'arte contemporanea. Una volta ho provato ad addormentarmi su una panchina di un parco veramente molto bello, tra infiniti tipi di piante. Ero un pò stanca di un mondo virtuale. Qualche giorno dopo sono tornata e ho semplicemente guardato me stessa su quella panchina. Poi non ci sono andata più.
L'altro giorno, dopo sette anni, per curisità, sono tornara. Mi sono cercata e mi sono trovata. Non riuscivo a capire dov'ero. Second Life ha ancora i suoi seguaci. Pochi, ma li ha. Continua a esserci, lì, in un non si sa dove. Attraverso una quantità mostruosa di informazioni custodite da server.
Tutto questo per dire che abbiamo una fame inesauribile di realtà. Che nessuna tecnologia potrà mai soddisfare.

                  CANZONI CONSIGLIATE: E' una vita, Nesli + EsseriUmani, Marco Mengoni. 
La vita è una continua ricerca di se stessi. Cerchiamo noi stessi anche negli altri, per non perderci, per trovarci, per vivere appieno.

La Jù.

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