#SANTALUCIA

Ciao Jù,
una volta mi hai detto: "Jù, tu dici che devo fare così?...E allora si fa così ok, mi fido di quello che dici..."
Hai sempre avuto fiducia in me, a volte anche troppa.
Non mi hai mai rinfacciato le cazzate, tante, che ho commesso strada facendo e questa sera sono qui a cercarti perchè da settimane non riesco a trovarti.
Potrei scrivere un libro infinito di questi anni con te, di sorrisi, di sguardi e piccoli discorsi allo specchio la mattina alle sei e mezza, di lacrime, di musica, di libri: concerti, segreti, viaggi, amori, poesie e articoli da riscrivere e tu che dicevi ..."No, qui non va bene, non c'è musicalità..." Ho tutto qui, scritto con l'inchiostro indelebile nel libro del mio cuore: di ogni segreto che ti ho detto ne potrei disegnare il particolare. Quel particolare che tu, solo tu, sai rendere straordinario.
Non avresti mai dovuto dire alla mamma di te e Noemi, magari ora tutto sarebbe diverso. Ma con i se, tu me l'hai insegnato, non si è mai scritta la storia. E tu l'hai scritta: basta vedere la gioia della gente quando pronunciano il tuo nome o il tuo soprannome. Prima che una superfan di Marco Mengoni sei una grande Amica, una ragazza dal cuore grande sempre pronta a tutto pur di far star bene la sua famiglia e i suoi pochi ( ma buoni ) amici.
Ho qui con me tutte le risate che ci siamo fatte in questi anni, i sorrisi, i discorsi notturni quando stavi male. E' tutto qui, nel libro del mio cuore, quel libro che sono orgogliosa di custodire gelosamente e che nessuno può conoscere davvero.
Un capitolo straordinario di questo libro sono state le tue svolte, i tuoi sogni di gloria.
L'unica cosa che so è che a diciotto, come a ventitrè e a ventisei, tu non mi hai mai lasciata sola. Mai.
Piccola Jù, compagna di mille giochi, persona capace di far ridere, sorridere e dare tranquillità. Mai avrei pensato di doverti venire a cercare, di doverlo fare così, di dover asciugare tante lacrime per il solo fatto di sentirti sbagliata, una perdente, un grande, grandissimo, immenso, gigantesco errore.
La notizia del tuo silenzio è arrivata così, con il suono di una canzone triste, una canzone capace di portarsi dietro un carico di dolore difficile da sopportare.
Ho chiuso gli occhi, illudendomi di essere diventata forte, così forte da tener dentro le lacrime. Ho provato anche a mentirmi, immaginando uno sbaglio: un incubo, uno scherzo, un'illusione.
Ho realizzato che tu da settimane hai scelto il silenzio.
Parlare con te era un regalo capace di darmi benessere, perchè mi guardavi sempre negli occhi e dentro ai tuoi occhi c'era amore, amore per la vita, amore per l'amore, amore per tuo nipote, amore per i tuoi amici.
Le tue parole sono state con me i giorni più duri, mi hanno aiutato nei giorni difficili, sono state con me nelle vittorie come nelle sconfitte. Mi hanno fatto riflettere, ridere e, a volte, anche piangere. Mi hanno aiutato ad alzare la testa quando era dura e a tenere i piedi per terra quando sarebbe stato semplice volare e sognare e osare più del dovuto.
Ho avuto la fortuna di averti come amica, un'amica preziosa della quale sono orgogliosa, nella quale mi sono rifugiata quando la pioggia della vita cadeva troppo forte.
Le telefonate a parlare di libri e film, le mail, i tuoi racconti sulla vita e la musica dei Beatles, di Marilyn, di Montgomery Clift, di Heath Ledger, i tuoi film con gli spari e quell'amore, agli occhi dei più incomprensibile, per James Dean.
Mi manchi già e mi sei mancata tanto in queste settimane, diavolo come mi manchi. Perchè ho ancora bisogno di una parola, di una tua parola.
Guardo e riguardo la foto che hai fatto con il tuo amico Rubens quest'estate, è uno dei modi che ho per tenerti qui.
Una sera in cui ero venuta a trovarti e non mi parlavo da mesi con la mia famiglia ed ero arrabbiata e stavo male, mi avevi detto che "l'amore vince ogni cosa", ti ricordi?
Io sì: e continuo a ripetermelo per convincermi che vince anche il silenzio. Quello nel quale mi hai lasciata, dopo l'ultima canzone di Mengoni, spegnendo la luce.


La Jù

Nessun commento:

Posta un commento