LOVE RUNS OUT

"Che c'entra l'amore con il matrimonio?" chiede Gaia a Marta quando racconta che, da quando si è sposata con l'uomo che ama, anche se non è cambiato niente, in fondo è cambiato tutto. Perchè il semplice fatto di dire "mio marito" la rassicura. Quel "mio" le piace tanto. Anche se di "mio", forse, c'è solo l'amore. E quello, con il matrimonio, c'entra poco. "Vedi, lo dici anche tu Jù! Allora perchè lo difendi tanto?".
Giada non se ne fa niente delle ragioni che le snocciolo davanti, una dopo l'altra, come la lista della spesa. Non le importa capire perchè la cerimonia organizzata da Ignazio Marino al Campidoglio il 18 ottobre per trascrivere sui registri dell'anagrafe le nozze di 16 coppie omosessuali sposate all'estero sia così importante. Sorride quando le dico che quel #romaregistra che ha circolato sui social network mi ha fatto sorridere e anche tanto. Continua a ripetermi che di matrimoni senza amore ce ne sono fin troppi. E che l'amore non ha bisogno di regole e di convenzioni per sostenersi e andare avanti. "Anzi, a volte l'amore muore proprio perchè soffocato dalla routine e dalle abitudini".
Ma quello che voglio farle capire è altro. Quello che mi interessa non sono i vantaggi e gli svantaggi del matrimonio. E' la possibilità di sposarsi. Che oggi in Italia hanno solo le coppie eterosessuali. E che dovrebbe invece poter essere accessibile a tutti, indipendentemente dall'orientamento sessuale.
Credo che l'essenza dell'amore sia la Libertà. Libertà di essere se stessi. Libertà di sbagliare e di farsi male. Libertà di rompere tutto e di ricominciare. Ma questa Libertà la si può voler organizzare all'interno di un'istituzione. E non vedo perchè alcune persone, solo perchè omosessuali, non ne debbano avere il diritto.
So che forse qualcuno di voi, insieme a Giada, non è d'accordo.
L'amore non lo si decreta mai una volta per tutte. L'amore lo si deve poter continuare a scegliere ogni giorno. Ma su questo siamo d'accordo. Quello che ci divide è altro. E questa volta non mi va di lasciar correre. Perchè non stiamo solo parlando di te, di me, della nostra amica e di quello che pensiamo. Stiamo parlando di qualcosa per cui si battono da anni tutti coloro che vivono sulla propria pelle esclusione e pregiudizi, emerginazione e assenza di visibilità.
Quanti sono coloro che in Italia, ancora oggi, pensano di essere tolleranti e aperti perchè non hanno niente contro l'omosessualità, ma veramente niente eh, anzi, hanno tanti amici omosessuali, escono con loro il sabato sera, li invitano a cena e partono in vacanza? Poi però, sono i primi a dire che non si deve confondere tutto, che va bene amarsi, va bene camminare per strada mano nella mano, va bene vivere insieme...ma sposarsi no! Quante ne vogliono? Che cosa pretendono? Il matrimonio serve per fondare una famiglia e avere figli. Mica possiamo sconvolgere così le regole della nostra società.
Il matrimonio, con l'amore, c'entra poco, certo. Eppure tutto cambia quando ci si sposa. C'è la pensione di reversibilità e la possibilità di dire la sua quando il coniuge si trova in ospedale. C'è "l'obbligo reciproco di assistenza morale e materiale" e il diritto di parte alla "successione legittima del partner defunto" senza che ci si senta dire: ma lei chi è? è un membro della famiglia? quali sono i suoi rapporti con questa persona?
Il matrimonio, con l'amore, c'entra poco, certo. Eppure tutto cambia quando ci si sposa. E' un modo di dire: noi esistiamo in quanto coppia anche di fronte allo Stato. Perchè allora un omosessuale, solo perchè ama una persona del suo stesso sesso, dovrebbe rinunciare a condividere diritti e doveri e rendere così pubblico e realmente visibile il proprio amore?


La Jù.

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