FRATELLO POP

Io auguro a tutti di avere un fratello di riferimento. Il mio è stato un faro in certe nebbie adolescenziali, quando tutto sembra grigio e il panorama adulto non ci attrae per niente. Mio padre era troppo antico, impossibile sceglierlo come eroe ideale. Anzi, diciamo che sono cresciuta ripromettendomi di non assomigliarli in nessun dettaglio. Non è bello da dire ma, con tutto l'amore che per fortuna sono riuscita a dimostrargli negli ultimi anni, non c'era modello più lontano dalle fantasie ribelli che si agitavano all'inizio del nuovo secolo. Mio fratello invece aveva occupato a pieno titolo i miei sogni di emancipazione pre- femminista. Alto, fiero, occhi di mare, possedeva alcuni tratti spagnoleggianti di un antico ramo iberico della famiglia che mi illudo di aver ereditato anch'io.
Classe 1977, spirito arguto, intelligenza brillante, è stato tra i primi ragazzi nella nostra famiglia a rinunciare al divano rococò e a introdurre nel salotto di casa la musica moderna, prediligendo i Dire Straits alla musica italiana e l'arte astratta alle pareti al posto dei quadri scuri con le cornici dorate.
Nella sua camera troneggiava una collezione di cd e cassette sconfinata e a me pareva che mio fratello, più che un fratello, fosse un malato di mente. Tra gli altri primati eccellenti che lo proiettano nel mio personale firmamento di eroi non possiamo dimenticare che, scavalcando ogni regola, permetteva alle sue uscenti di sedersi sul letto in camera sua. Non solo, ma in tempi di oscurantismo moralista, osava dare asilo con allegria a tutti gli ex fidanzati appena lasciati. Casa nostra era sempre aperta, un rifugio sicuro nel mezzo delle bufere che si scatenavano durante le prime fasi dell'amore.
Mio fratello si è sposato tardi. "Troppo intelligente per trovare moglie" diceva con rammarico il nonno, parole scontate visto che provenivano da un esemplare preistorico di maschilismo antico-romano-post-papalino. Lo consideravano una causa persa quando, a sorpresa, s'innamorò di una donna più grande di lui. E' bello nella foto del suo matrimonio, nell'eterna eleganza della semplicità, senza cravatte nè giacche, sempre originale come il suo naso.
Mio fratello continua ad essere la persona da cui voglio sempre andare a rifugiarmi quando il mondo mi crolla addosso, e quando sono lì con lui mi sembra che sia il mondo a precipitare alle sue spalle, non lui. Mio fratello progetta, arreda e costruisce e anche quando i sogni commerciali finiscono e qualcosa fallisce lui non si da per vinto, mette da parte le sue cose, riflette un attimo e, nello stupore generale, trova un altro lavoro e riprende a correre.
Mio fratello è un uomo forte e volitivo, quasi granitico nelle sue scelte, una colonna portante per moglie, figlio e sorella. Ma quando si tratta di ricordare o raccontare il nostro passato familiare diventa tenero come un giunco. Tanto che in certi brevi momenti molto delicati io mi trasformo in sorella maggiore e lui nel piccolo di casa. E' la parte meravigliosa ed inspiegabile di essere fratelli e sorelle.
Insomma, non so che cosa sarà mio fratello da grande, ma il portamento elegante e i modi semplici lo fanno sembrare il padrone del mondo.
Amici e nemici nella stessa mano, io e mio fratello. Divisi ma nella stessa mano, uniti nel nel sole e nella pioggia nella stessa staza, a un tiro di sputo a sentirsi il respiro, a guardarci nell'occhio per occhio anche da chilometri lontano.
La cosa più bella è successa qualche anno fa, quando abbiamo imparato a riconoscerci come fanno gli animali e le piante, a capirci per quello che siamo, ad usare insieme l'ascolto e la condivisione.
Senza mio fratello sarei morta. Non avrei più ricordi, confronti, linguaggio. Mi sentirei persa, unta, sepolta.
Lui ha mischiato dentro di sè una malinconia a un'inquietudine che gli fanno scattare una molla, una capacità di comprensione e condivisione di disagio degli altri. Vuole andare a vedere e sa diventare quello che vede quando racconta.
Mio fratello mi ha insegnato due cose importanti che porto nella tasca laterale del mio zainetto nascosto dietro le spalle: non è vero che quattro occhi vedono meglio di due ma è vero che due paia di occhi vedono sempre cose diverse. E che le persone non si aspettano semai si aspettano i treni. Alle persone si va incontro.
Sarà che sto invecchiando ma non so stare sola. Senza mio fratello sarei perduta.

Alegra&Bacioni!

Jù.

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