UNA VERA STORIA DI AMORE RECIPROCO

Nel 1948, papà è nato in un piccolo paese nelle Alpi.
Mamma è nata in un paese un pò più grande, a pochi chilometri dal paese di papà. E' nata due anni dopo. A quell'epoca la Lombardia era ancora un'aerea verde coperta di alberi, fattorie di mattoni rossi e paesi sparpagliati, ognuno con una popolazione di poche centinaia di persone. Il paese di mia madre poteva vantare un "castello", o quello che loro pensavano fosse un castello, ma che era in effetti una grande villa in cui viveva il "Padrone", il propietario di una delle fabbriche del paese. Col passare del tempo altre fabbriche si erano installate nella zona e ne avevano cambiato l'ambiente e l'economia, ma i paesi non erano molto diversi.
Nè mia madre nè mio padre sono andati più in là delle scuole medie, ma la scarsa istruzione non ha impedito loro di diventare avidi lettori, rispettosi dell'educazione e della cultura. Papà sa a memoria brani di D'Annunzio e di Dante; il suo romanzo preferito è "Il buio oltre la siepe" di Harper Lee, da cui cita spesso delle frasi. Ama l'Opera, soprattutto Puccini, e Mimì è il suo personaggio preferito. Le arie deliziose di Mimì, che canticchiava sensa sosta, divennero le mie ninne-nanne.  Papà ora ha i capelli grigi, è di bassa statura, ma ancora quegli occhi piccoli e profondi che sono sempre traboccanti di gioia. E' bello. Ride molto e ama il cibo. Le sue passioni sono sua moglie Maria, il cibo, i dolci e i bambini. ( Non necessariamente in quest'ordine)
Mamma è una bella mamma, alta, con i capelli corvini e gli occhi scuri, la carnagione chiara e le più straordinarie battute della zona. Ha lavorato duramente per gran parte della sua vita e ha sempre dato a me e a mio fratello molto amore e calore familiare.
Fu lei a muovere le pedine che li avrebbero condotti all'altare, e lo fece da sola. Di nascosto da sua madre, su una Vespa sgangherata andava " a caccia" di papà e quando lui si accorse di lei, papà cominciò ad essere invitato a casa di mamma per cena o per delle passeggiate. Mamma era sempre presente, ma non rimaneva mai sola con papà. Quando lui veniva in visita, lei cucinava, serviva, puliva ma non c'erano altri contatti. Le sue amiche le assicuravano che era molto attraente ma lei negava spesso ( così mi ha raccontato ). Ma era in momenti come questi che iniziò a pensare di sposarlo.
Floriano e Maria ebbero il loro primo figlio, Damiano, e dopo dieci anni, arrivai io.
I miei vivono insieme da 40 anni.
Romantico? Vivono felici e contenti? Forse non del tutto, ma abbastanza. Le date, le cifre sono solo statistiche: quello che veramente importa è che ridono molto, ma li ho anche visti piangere. Insieme si divertono molto. Li ho visti sopportare periodi bui e depressione, ma ho anche potuto assistere al loro trionfo. Li ho sentiti litigare e urlare, li vedo mostrare tenerezza, sollecitudine, partecipazione e amore. Non una volta, però, li ho mai visti o sentiti, a fatti o parole, mettere in dubbio il loro stare insieme. "Separarsi?" dice mia mamma. "Mai! Voglia di ucciderlo, spesso, ma separarsi mai!" Anche se per un certo periodo non ne ero cosciente, mi hanno sempre mostrato il funzionamento reale di un rapporto d'Amore. Ancora oggi, danno molto valore a un'unione in cui io sono stata accolta e da cui ho poi tratto la mia forza: una comunione in cui io, mio fratello e i nostri amici siamo i benvenuti. Loro non lo sanno ma hanno modellato il mio rapporto d'amore.
Sono stata tanto fortunata da nascere in una famiglia dove si parla spesso d'amore. Non sono sempre parole dolci e gentili. Mamma e papà parlano a voce alta, anzi, mamma grida spesso. Non ha mai conosciuto il consiglio dei dotti psicologi:" Non urlate e non picchiate i vostri figli, perchè le ferite, verbali e psichiche, lasciano cicatrici perenni." L'ho sentita proferire minacce tipo "ti spacco la faccia", cosa che, devo ammettere, ha quasi fatto in qualche occasione. Neanche papà aveva paura che un ceffone ben assestato potesse turbare in modo permanente la nostra psiche: non sapeva cosa fosse, la psiche, e non gliene importava un bel niente.
Lui e mamma sono portatori di valori che vogliono farci condividere, e noi non abbiamo mai messo in discussione se ciò avvenisse "per il nostro bene" o meno. Ma questo comportamento energico non manca di espressioni amorose più gentili.
Mamma non torna mai dalla spesa senza portarmi un pò di cioccolato, un frutto o il dolcetto preferito; sia papà che mamma mi abbracciavano sempre per salutarmi e mi baciavano spesso, di giorno e di sera prima che andassi a letto. Le ferite cicatrizzano presto quando sappiamo, senza ombra di dubbio, di essere circondati d'affetto.
Fino a qualche anno fa mamma insisteva anche per un amorevole periodo di "pulizie di primavera" per il fisico: un periodo di digiuno e citrato di magnesia.Come ricompensa, avevo il mio cibo preferito l'indomani.
A tutte le età, mi è stato assicurato un ruolo importante nella vita famigliare. Mi hanno incoraggiato a discutere le mie gioie, i miei dolori, le mie paure, le delusioni e gli amori: quando ho un problema, è di tutti, e ci si aspetta che ognuno contribuisca alla sua soluzione. Ci ascoltiamo. In un ambiente così, le lezioni della vita, più o meno meritate, sono sempre state facili da tollerare.
Quando il mio ex fidanzato è morto, mia mamma mi aveva spiegato che per vincere dovevo arrendermi. Mi ha fatto capire che dovevo vivere il mio dolore e dovevo farlo fino a che ce ne fosse stato bisogno. La perdita di qualcuno fa sempre male, la tristezza non se ne va mai completamente, ma è diventata parte di me. E io l'ho accolta.
Ammettere di essere deboli significa essere forti. Puoi continuare a crescere, puoi lasciare uscire le tue lacrime.
La mia Famiglia rimane la cosa più bella che ho.

Il Solito Enorme Bacione a Tutti.

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